Mi capita spesso di fare foto a gente che non è modaiola, mi capita sempre di avere la sensazione che al momento dello scatto quella persona che è davanti al mio obbiettivo, o più spostata a destra o sinistra (non mi piacciono molto le foto “centrate”), venga risucchiata dalla macchina, rimpicciolisca e scompaia a imbuto tipo il genio della lampada, dritta verso il “mirino”. C’è un istante, un millesimo di secondo, in cui mi piace pensare che le rughe del nonnino siano fisicamente nelle mie mani, così come la stoffa fucsia della signora del parco e la consistenza soffice del pelo di un gattino quando lo accarezzi.
A Parigi ho fatto tante foto (ho materiale per un bel po’ di post). Ho avuto la fortuna di andare a Parigi in dei giorni di fermento tra Roland Garros, manifestazioni anti gay e turismo per piacere, quindi il mio cervello si è sì stancato di più, visti gli sforzi oculari e mentali (qualche storiella su chi si è imbattuto nel mio obbiettivo me la sono fatta), ma il mio cuore, o laddove si trova la ghiandola della felicità, ne ha goduto.
Alla fine basta poco per rendermi felice: basta mettermi in un posto affollato, senza che nessuno mi rompa le scatole però, o regalarmi una mandria di pupazzi, che anche se stanno fermi li faccio muovere io con la mia fantasia.
Stamane stavo facendo uscire i miei omini-geni e le mie donnine-genie strofinando la Canon-lampada e la prima, primissima cosa che mi sono chiesta è stata la seguente: “Perché i turisti si vestono da turisti? Perché i turisti sono subito riconoscibili? Perché andare in una città come Parigi vestiti da scalatori di monte Everest? Perché non ci si può vestire come se si camminasse a Milano?” Lo so, non ci sono foto del genere qui, ma non mi piaceva immortalare codesti soggetti.
Però provo un irresistibile fascino per i turisti che guardano le mappe, niente di erotico, si intende, ma mi piace il momento in cui uno punta il dito su una strada mentre il compagno ne indica un’altra. Ed è subito lite. Il relativo e diverso senso dell’orientamento porta alle più grandi litigate di coppie in vacanza. Mi piace il momento “cartina” perché rende più solida la mia tesi che siano gli uomini quelli più capaci a leggerle.
Mi è piaciuto anche vedere quante belle donne ci siano a Parigi. Se una è particolarmente gelosa non si trasferisca mai a Parigi. Vedi l’Alessandra, l’amica della mamma che ci ha ospitato (grazie Ale!), è sempre più bella. Ma non è che per entrare a Parigi si deve fare una selezione (oddio ciò somiglia ad un pezzo di un racconto che ho appena scritto e che spero farvi leggere a fine anno… subito insomma).
Mi è piaciuto assistere ad uno shooting fotografico con del donne vestite non male, di più, e alla manifestazione contro i gay. Mi ha stupito quante persone possano non accettare i matrimoni gay. Come se i gay si sposassero a casa degli etero. Come se i figli cresciuti da due etero sfasciati siano migliori di due gay.
Sono stata felice a stare in mezzo a quel canaio, a vedere parigini mangiare per terra carote e panini, a stare in un tavolo con la tovaglia a quadretti e davanti due famiglie con due bambini che ci facevano i versetti, di respirare quella calma, quello charme, quella serenità di cui avevo bisogno.
Non mi sono vissuta la Parigi inquinata e caotica, o anche se l’ho vista non l’ho voluta vedere, ma quella dei parchi curatissimi, della Senna affascinante e delle persone in agitazione che però ho voluto fermare nella mia immaginazione.
L’ho vista piena di barboni, di gente a godere nei bistrot, di altra a comprare fiori, di altra ancora in metro con sedie o caschi, di me e Roberto in fissa per le donne scatenate al tavolo vicino conciate a festa per un addio al nubilato al Mon Oncle, e per la strana coppia in pieni bollori al Derriere.
L’ho vista non da turista, con calma, e ho avuto la sensazione che sia davvero magica.
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My Vintage Curves
5 June 2013 at 9:21Mi piacciono le tue foto, sono l’espressione di uno sguardo che non passa distratto. L’immagine con l’uomo dal dito puntato alla manifestazione è la mia preferita.
Ida G.
5 June 2013 at 9:40Bello viaggiare rilassati e prendersi il tempo di godere di dettagli che vedi solo tu e che ti fanno macinare pensieri su pensieri. Il tuo punto di vista sempre prezioso. Ti leggo sempre.
Ida
SONIA-SOTENDER
5 June 2013 at 9:53Ma allora la mazza viene da Parigi!
Martina Elisabeth Asch
5 June 2013 at 18:16Bellissime le foto … quell’attimo, quell’attimo fuggente, quella espressione che durà un secondo. Non sono seduta qui e le guardo, no io sono a Parigi in questo momento.
E c’è anche la mazza !! :-))
Martina, quella di BloggHer women’s kaleidoscope