MENEFREGO.COM SE PIACE SOLO A ME

Due sono le cose: quando una donna esce dal parrucchiere si trova o la cofana di Moira Orfei con tanto di elefanti di criniera umana realizzati con rullo, piastra e lacca Elnett della nonna Pina sul cucuzzolo del cervello, o una bella rasatura praticamente a zero.
“Puoi darmi una spuntatina?” E via, tabula rasa fu. Sempre per il famoso fatto delle doppie punte, “grazie” alle quali è sempre meglio tagliare un bel pezzo di capelli.
“Puoi farmeli mossi?”. E boccolo in carta pecorita da disfare solo con scapello fu.
“Guarda, se io fossi in te non li taglierei”. E poi: “Io i capelli li lascerei naturali”. Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato. Ho sognato o ero desta? No perché da Les Garçons de la Rue questo mi sono sentita dire. Da dei parrucchieri. Incredibile.
Miodio, perché è avvenuto il miracolo solo adesso? “Perché una donna deve uscire contenta e deve piacere a lei, non a noi, anche se noi le diamo ovviamente dei consigli”. Parole di Mauro, uno dei titolari, da scolpire a caratteri d’oro sopra la testiera del letto, per esempio.
Questo è: tu arrivi lì e sei in un ambiente normale, senza grechine, foto anni Ottanta di modelle con capelli scalati tipo Paola Barale negli anni Novanta, o nemmeno di Luca Tommassini ai tempi della rasatura leopardata (se non sbaglio). Devi solo sederti in una sedia da bar, se c’è mangiare un Calippo, e farti consigliare da giovani esperti (aggettivo e nome possono andare perfettamente d’accordo).

“Vorrei farmi o gialla, o arancione o bianca a metà”. Ha vinto il giallo lime sulle punte. Non ho sentito scenate isteriche, piazzate, frasi del tipo “ma cosa ti è saltato in mente”, anzi, solo esaltazione. Amen alla seconda. 
La comune decisione è stata: per ora yellow, poi a settembre white. Menefrego.com se piace solo a me. Anche perché molte al vedere la mia chioma di codesto colore sono poi rimaste scioccate. Ma lo shock non è mica necessariamente negativo, anzi.

Il punto è che la decisione è stata la mia, cosa rara presso i parrucchieri. E’ che da Les Garçons de la Rue ti ascoltano, ti seguono, ti fanno una consulenza, chiacchierano. E fanno (bene).
“Dobbiamo imparare ad essere meno egoisti. In genere chi fa il nostro mestiere tende sempre a fare di testa sua, ma la testa che si deve trattare non è la propria”. Sempre parole di Mauro, da scolpire stavolta a caratteri d’argento all’ingresso della cucina.
Il punto è che i miei capelli mi piacciono, e mi sono piaciuti anche dopo che il phon è stato messo apposto, mi sono alzata e sono uscita dalla porta.
Morale: è un posto che consiglio, non è economicissimo, ma la qualità di lavoro e di persone è davvero high. L’ho detto in inglese perché il francese mi garba di meno. >