Lassù ho avuto uno dei miei usuali abbagli. Ho pensato che i ponti sono tutti uguali, idem per il rapporto che gli uomini hanno con loro. Partiamo dai ponti “tradizionali”, quelli fatti di mattoni: c’è chi ci si ferma per troppo tempo, così tanto che ti da quasi fastidio, chi ci passa sopra tranquillamente, e chi ne ha il terrore.
A me piacciono i ponti, perché fanno le magie: è come se tutto ciò che passasse sotto a me ad un certo punto scomparisse accartocciato per poi ricomparire integro. Tipo la balena bucata che mangia Pinocchio ma lo fa riscappare dall’altra parte. E poi perché è sempre un altro punto di vista. Nonostante ciò non mi fermo mai troppo appoggiata al muretto o alla ringhiera di un ponte, piuttosto mi soffermo seduta sull’erba ad osservare ulivi, api e tavoli di pietra. Forse perché non mi piace stare sospesa per troppo tempo, dopo un po’ mi fanno male le gambe e cambio, sono diversa da come sarei sempre.
Nella vita non fatta di mattoni c’è chi sta bene nella condizione perenne di sospensione, con le mani ben salde su quel ferro battuto, perché crede che lo stare tra il di qua e il di là sia sinonimo di equilibrio. Crede.
Nella vita non fatta di mattoni c’è anche chi ha il terrore di fare il passaggio, perché comunque significa rischiare. Se lo oltrepassi o va bene o va male, o di là trovi casette di cioccolato bianco, o inciampi e batti una dentata. Io penso che il rischio sarebbe minimo se si usasse un po’ più la testa; per stare lontano dai rischi che potrebbero essere sinonimo di sofferenza basterebbe pensare prima di fare il passo più lungo della gamba. In questo caso la discesa del ponte potrebbe tramutarsi in un divertente scivolo dell’Aquafan. Penso anche che il rischio sia direttamente proporzionale al proprio interesse nei confronti di qualcosa o qualcuno, più sei interessata più ti ci butti a capofitto, più stai bene o male. E’ facile.
Penso anche che se i ponti ci sono non si debba ignorarli, i passaggi sono necessari, in entrambe le vite, inevitabili e “istruttivi”. Sono inevitabili per vari fattori: età, evoluzione, curiosità, esperienza.
E’ normale avere paura di attraversare i ponti, perché non sono strade liscie ma curvilinee che potrebbero cedere e sgretolarsi nell’acqua con te, potrebbero bloccarti a metà perché scendere a volte è più faticoso che salire. Salire è come pensare di fare, scendere è l’azione pura e definitiva.
Comments are closed.
Lizzy
2 July 2013 at 11:47troppo bella sei!
Francesca Giagnorio
2 July 2013 at 12:57Outfit fantastico per una location strabella! Sono innamorata di Venezia!
Passa da me se ti va http://everydaycoffee23.blogspot.it
Bacioni
Francesca
Paola Lauretano
2 July 2013 at 13:03Che bello il tuo blog, il tuo modo di scrivere… originale, diverso!
Bello anche il tuo look e meravigliosa Venezia!!!
Anna Turcato
3 July 2013 at 12:54Quando sei venuta? La prossima volta avvisa prima che ti do tutte le dritte sui negozi piu’ cool nelle calli piu’ nascoste.Che bello pero’ per me capire esattente dove eri nella mia città! Anna http://www.atpersonalshopper.it
Lucia
28 August 2013 at 13:17va bene cara 🙂 grazie!
Anna Turcato
3 July 2013 at 12:55Quando sei venuta? La prossima volta avvisa prima che ti do tutte le dritte sui negozi piu’ cool nelle calli piu’ nascoste.Che bello pero’ per me capire esattente dove eri nella mia città! Anna http://www.atpersonalshopper.it
CoutureTrend Jessica
3 July 2013 at 14:26Favoloso questo abito
http://www.cultureandtrend.com/