Nonostante ci siano abbastanza presupposti, non sono diventata una hypster. Giuro che a me la bici è sempre piaciuta, fin da quando ce l’avevo verde acqua con le rotelline e ci facevo le discese di Ponte Buriano frenando con i piedi (e sfasciandomi ginocchia e talloni).
Giuro che se avessi soldi “in più” e non il terrore che qualcuno me la potesse rubare da un momento all’altro me ne prenderei una leggera leggera bianca con le ruote colorate. E ci metterei pure un pupazzo in cima, nel mezzo del manubrio, da vera zarra.
Alla fine però ho scelto Lino, un ometto piccino picciò, appassionato di tecnologia, che non s’abbronza facilmente e amante del gelato alla crema. L’ho preso durante la Fashion Week, ho deciso che lui era più importante di lei.
Aldo non è morto, ma gravemente ammalato, aveva una tosse fortissima, talmente tanto forte che mentre lo pedalavo un omino m’ha fermato e m’ha detto: “Signorina lei sta facendo inquinamento acustico”. Così l’ho messo a riposo in attesa di dargli le dovute cure, e l’ho sostituito, per il momento almeno, con una bici sicuramente più comoda. E anche se è una bici Graziella 2.0 l’ho chiamata con un nome da uomo.
Certezze:
Di sicuro nessuno mi mette sotto perché abbiagliata così con quattordici colori per due faccio luce anche al buio.
Di sicuro il cappellino New Era adesso ce l’hanno tutti e di sicuro me ne frego.
Di sicuro con un vestitino così non ci si va in bici (infatti guido con una mano sul manubrio e l’altra a reggermi la gonnella).
Di sicuro continuerò a prendere la bici per andare ovunque.
LINO LA BICI DA DONNA COL NOME DA UOMO
Abito P.A.R.S.O.S.H.
Cappellino New Era
Zaino Accessorize
L’ultima foto da Vogue.it
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Angela
22 August 2013 at 21:03Di sicuro anche Lino si diverte un sacco a portarti a spasso!