Meno male che la settimana della Moda Uomo se la snobbano in diversi. Meno male che c’è più gente interessata alla donna, così il tasso di ansietà e di isterismi facili è relativamente più basso e io ho il via libera ad innervosirmi di meno, per niente è impossibile.
La tranquillità della moda maschile è talmente tanto surreale che ti disturba: arrivi lì e speri di trovare il solito delirio, i fotografi che si montano uno sopra l’altro perché ci sono Anna o Viviana, le checche a mento in sù con la giacchetta sulle spalle e le zie con il vestito di lana (perché moda vuole che se s’inverno ci si debba mettere i vestiti estivi, d’estate dovrebbe andare l’invernale, dicono). E quando non trovi tutto ciò all’inizio ti indisponi, poi ringrazi i santi Numi che “quel” tutto ciò abbia una dimensione accettabile.
Quest’anno ho preso diverse decisioni: l’utilizzo di Lino come mezzo, la mia nuova bici piccina ma super tecnologica (infatti non pare manco la mia), di cui avrete presto foto, la decisione di non pubblicare in diretta post (non avevo voglia di fare nottate, sto invecchiando forse), e quella di pubblicare molte meno foto di tutte quelle che ho purtroppo già scaricato e aggiustato (stupida me).
Ho anche deciso di fare le review delle sfilate alla Lucy manner, ovvero non proprio tradizionale: per ogni marchio c’è una categoria di uomo. Ecco qua:
Emporio Armani – L’uomo sportivo: guai a lui se alle ore 18,00 non fa cadere la penna per filare dritto in palestra a pompare bicipiti, addominali e a riscaldare deltoidi. Il fisico prima di tutto, anche delle cene alle 20,00. Semmai l’uomo Emporio prende appuntamenti dopo le 21,30 meglio 22,00. Ha amici sportivi come lui e girano assieme a caccia di donne, sono i cosiddetti fichieri che anche di sera inforcano un bel paio di occhiali da sole, magari per ripararsi pure da abominevoli visioni cellulitiche o mini dress in acrilico lucente. Io li capisco.
Giorgio Armani – L’uomo faigo: un tantino American Psycho per la fissazione d’essere preciso e sempre apposto, e per il suo essere comunque obiettivamente figo. Si veste da uomo (finalmente) e non sembra gay se pur indossi pezzi ricercati. E’ l’uomo che non deve chiedere mai, perché tanto ha una fila di donne che lo richiedono vivacemente. Classico ma non barboso, è colui che beve Martini liscio o Champagne, e al ristorante ordina la carne con contorno, non è troppo da carboidrati.
Daks – L’uomo col paletto: non dico dove, ma s’intende. Precisino allo sfinimento, dagli atteggiamenti pressoché femminili, non esce se non ha il ricciolo spostato di trentacinque gradi sulla sinistra e la bocca a culo di gallina. Un piccolo lord che all’occorrenza sfoggia metri di carne, come le colleghe donne, per evidenziare falcate pelose. Mangia insalate e pollo alla piastra, gioca a golf e degusta, non beve.
Diesel Black Gold – L’omo: uno che si veste normale, o quasi, cioè si veste alternativo ma non ridicolo, ovvero ciò che piace alle donne normali. Amante dei club ma non pop, molto social ma con chi gli pare a lui, è uno che se la piglia un po’ con calma (e fa bene). Lui alle donne non chiede, ma fa sì che gli venga chiesto. Astuto il ragazzo.
Ji Wenbo – Il concettuale: O è bianco o è nero, ma per arrivare alla decisione giusta gli ci vuole un anno e mezzo. Insomma meglio tardi che mai. Non sperimenta molto facilmente, i suoi gusti sono quelli e pace. Serio e determinato, ha una calma quasi imbarazzante, fa yoga e ha una pazienza infinita.
Moncler Gamme Bleu – L’egoista: è sia il bastian contrario, se tutti fanno A lui fa B, che il contrario e basta, se nessuno si mette il rossetto (bè…) lui si tinge le labbra di nero. Fa paura alle donne per la sua avanguardia, ma lui non se ne cura più di tanto, prima viene lui, poi tutti gli altri.
Andrea Pompilio – L’artista: che gne ne frega a lui di quello che dice la gente, lui sta da dieci con i suoi colori, le sue stampe, i suoi fiori. Ha una sensibilità molto spiccata, quasi quanto quella di una donna, tanto che si veste quasi come il gentil sesso, legge le poesie (ebbene sì, credeteci) e beve té verde (credete anche a questo, se lo bevo io vomito tutto). Niente sport, preferisce camminare all’aria aperta, niente seratone da sfascio, la compostezza first of all.
John Richmond – Il Tunz soft – stampe e brillocchi, strisce fluo e altri aggeggi sobri non mancano mai nel suo armadio. Per carità. Il Tunz soft esce, è sportivo, odia i tronisti ma lo è un pochetto anche lui, è eccentrico, mangia yogurt e va a letto tardi. Un certo tipo di donne ne hanno un po’ paura, e ne è evidente il perché.
Ermanno Scervino – Il bono: lui deve fare il figo, non c’è niente da fare, o con maglioncini aderenti che evidenzino spalle e stazza, o appiccicandosi addosso brillocchi per attirare l’attenzione. Certe apprezzano, quelle delle esclamazioni “voglio carne fresca”, per intenderci, tutte le altre un po’ meno, nonostante la figaggine evidente. Ha un cane di taglia grande e la vestaglia da camera in seta bordeaux. Si lava i denti ottanta volte al giorno.
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ms fashion street
3 July 2013 at 21:51troppo bello il tuo post,mi piace come scrivi!http://msfashionstreet.blogspot.com/