A Parigi funziona l’osmosi

A Parigi funziona l’osmosi

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C’ho pensato, giuro, ma non lo faccio, non lo farò. Non darò consigli su Parigi, su dove mangiare, i posti da vedere, cosa fare… Niente di tutto ciò, perché stavolta Parigi l’ho vista con occhi diversi, “a caso”, nel senso che mi sono fatta trascinare dalla città ,e che quindi i posti dove mangiare, dove andare, è come se si fossero palesati da soli. Basta sapere dove non vuoi andare (tipo dal “Pizza, Pasta e Mandolino” di turno), tutto il resto poi viene da sé.
E’ passata l’età in cui tutti dicevamo “Voglio andare a vivere a Londra”, che poi in realtà io non l’ho manco avuta, e non ho mai avuto quella in cui m’è balenata l’idea di andare in Australia. Parigi poi non l’ho mai amata, un po’ per i francesi, certi hanno una tale maleducazione e menefreghismo che mi fanno montare nervi rari, manco la maionese impazzita, un po’ per ignoranza. Come cambiare idea in quattro giorni. La verità è che a Parigi ci vivrei da subito, il perché “dal punto di vista umano” però ve lo racconto nel prossimo post dedicato alla “gente di Parigi”, con foto annesse (e non sono solo vecchietti, giuro) .
Qui parlo, scrivo, dal punti di vista “vista”, visivo, e che punto di vista.

A Parigi mi sono sentita più bella, forse perché funzionano l’osmosi e il riflesso, nel senso che se la città è bella, tu, parimenti, ti senti figa. E quando dico “bella”, intendo con una sola passata, ok forse due, di rossetto rosso come make up e basta.
E’ stato entusiasmante camminare ed accorgersi ogni tanto di avere una “paresi sorridente permanente”, non riuscivo a mettere la mezzaluna della bocca al contrario. Ogni tanto però la scioglievo quando dicevo ad Amalia “Ma tu ti rendi conto?”. E’ bello non rendersi conto, stupirsi di ogni cosa naturalmente fantastica, che non credi possa essere così. Intendo: i colori del cielo come possono essere perfettamente abbinati con quelli dei ponti? Il grigio sta benissimo con il rosa e rosso. Il sole come può spuntare perfettamente dalla Tour Eiffel? Quella ruota là come può essere il moderno cerchio perfetto davanti ad antichi rettangoli? E’ geometria, simmetria pura. Le statue come possono essere così imponenti ma non esose? Quell’acqua della Senna come può essere così magica? Non siamo mica a Lourdes.
I negozi perché sono tutti così “parigini”? Ovvero pieni di roba vecchia, quella che piace a me, di pennelli, abiti appartenuti a chissà chi, di bambole della mamma e scatole di sardine colorate. Cristo santo, quello è il mio mondo. Non è che sono un po’ francese anche io e non lo so?.
Poi: perché in una via, la stessa, ci sono negozi con la stessa merce? C’è la “via” della fotografia, quella delle moto, quella degli antiquari? Ma non si fanno concorrenza? Non lo so, ma era tutto così calmo, irreale.
E poi quando la bellezza naturale finisce da il cambio a quella artificiale: arrivano le luci. Non vorrei fare paragoni, ma devo: le luci per le feste del paesello toscano sono trenta volte meglio di quelle di Milano, figuratevi quelle di Parigi cosa potevano essere: un sogno. In mezzo alla strada (ho aspettato il semaforo rosso apposta) mi pareva d’essere in un luna park con le autoscontro, ed effettivamente la ruota panoramica c’era. Solo che a me nessuno sarebbe venuto addosso, ero sulla mia isola.

Pensare che a Parigi è venuta fuori la mia vena romantica, io che sono la cinica per eccellenza (cinismo che m’è tornato non appena ho visto un paio di scarpe a punta a Malpensa).
Pensavo, invece, che forse lo stato d’animo con cui affronti una città, te la fa sembrare diversa. Stavolta ero, sono, felicissima, serena ed in pace con me stessa (e lo scrivo sempre con la stessa bocca paralizzata), e quindi Parigi m’è sembrata la città più bella del mondo. Con i suoi mercatini, il cibo di strada, le chiese, le scritte, i muri colorati. E magari forse lo è sul serio.

Una cosa però la dico: al Mama Shelter, per carità posto fighissimo dove dormire, non ti fanno fotografare i soffitti dove ci sono scritte a gesso, manco dovessi copiare la scritta “Ciao”, e al ristorante il servizio non è…ottimo, diciamo. Dovevo riservarmi una parte da rompipalle, scusate.

Foto scattate con Samsung GalaxyNX

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Comments are closed.
  1. Lori

    20 December 2013 at 12:49

    Adoro le tue foto, sono tutte bellissime!

    • Lucia

      20 December 2013 at 12:51

      Ma grazie (bacini anche da Lina) 😉

  2. Martina Elisabeth Asch

    20 December 2013 at 13:47

    Io DEVO tornare a Parigi …
    Ci sono stata 30 anni fa … e non ho capito niente.
    Ci sono stata 22 anni fa … e non ho capito niente.
    Si la Tour Eiffel, quella sempre, sempre a piedi, di mattino, di pomeriggio, di notte.
    Ma di tutto il resto … niente, non è scattato niente, non mi piaceva, non capivo.
    Prima o poi ho bisogno di capire.
    Martina
    BloggHer women’s kaleidoscope

    • Lucia

      20 December 2013 at 13:50

      fidati, devi tornarci!

  3. Ilaria

    20 December 2013 at 14:14

    Le foto che hai fatto mi hanno fatto tornare in mente la “mia” Parigi che da qualche anno non vedo più… Devo assolutamente tornarci!!!

  4. Fulvio

    21 December 2013 at 12:45

    l’articolo su parigi più bello che io abbia mai letto.. sembra di attraversarla dai tuoi occhi 🙂

  5. Ludovica

    9 May 2014 at 7:45

    Apprezzo come scrivi, mi vedrai ancora qui a leggere ancora
    pezzi nuovi